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venerdì 30 settembre 2011

Tristezza di Settembre

Quando il vento autunnale suona a morto per le quercie
in me nen sento il rimpianto della chiara estate
ma l'indicibile orrore delle fioriture avvenire.

Mi rattrista l'Aprile futuro
e compiango le potenti foreste condannate
a rinnovarsi ogni anno all'infinito.

Poiché da innumerevoli migliaia di anni
sono le stesse messi e identici fiori
sbocciati ed appassiti, invariabilmente,

gli stessi venti sussurranti o urlatori,
lo stesso odore tra l'erbe rinverdite,
gli stessi baci, medesimi i dolori.

Ora s'addormiranno le foreste, irrigidite
per brina, in loro sonno di breve durata.
Poi, sull'immensità delle pianure intorpidite,

sopra la bianca rigidità dei grandi stagni
vedrò ricomparire l'ora convenuta
come un fantasma implacabile la primavera,

oh i soli nuovi, l'ignota stagione!


Ephraim Mikhael


simbolo scarno il mio dire prelude
a contatti lontani, partiti
per lidi diversi, più freddi;
nel corso del tempo ristagna
un pensiero infinito di pace...

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