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mercoledì 2 marzo 2016

Sogna, di Arturo Graf

Sogna
 
Dorme e sorride, seminuda, volta
Sul curvo fianco: le amorose poma
Turgon sul petto niveo, disciolta
Innonda l’origlier la flava chioma.

Tutto scoprendo il suo gentil secreto
S’avviluppa alle lucide colonne
Il padiglion; sul morbido tappeto
Eńfian lì presso le fragranti gonne.

Entro una spera lattea captivo
Vigila un chiaro spiritel di foco,
E fuor traspare irrequieto e vivo
In mezzo a un nimbo vaporoso e fioco.

Il vispo raggio balenando guizza
Sulle nitide lacche, e nel tormento
D’incisi vetri si scompiglia e frizza
I labbri a due forbite urne d’argento.

Veste le mura un fulgido broccato,
Di tal color qual è un brunito acciaro;
Serpeggia sul tessuto amarezzato
Un filo d’oro luminoso e chiaro.

Alla vezzosa dormïente un lieve
Sogno la svagolata anima illude;
Cresce l’onda ansïosa al sen di neve,
Treman di voluttà le membra ignude.

Ella sogna; che mai? bagna la schietta
Fronte un sottil madore, un rotto accento
Sfugge al turgido labbro... Ah, maledetta!
Ella sogna la colpa e il tradimento.
 
Arturo Graf
 
 
sto sognando strane cose,
le inquietudini, i sospiri;
amori persi e trovati,
cose presenti e passate...

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