CREPUSCOLO
Nella corte, stregati da latteo crepuscolare raggio,
scivolano nel brunito autunno malati fiacchi.
Il loro cereo-rotondo sguardo medita aurei tempi,
pieni di fantasia e pace e vino.
La loro infermità spettralmente si rinserra.
Le stelle diffondono bianca tristezza.
Nel grigiore gravido di scampanìo e visioni,
vedi gli orrendi confusi disperdersi.
Grottesche figure guizzano, si rannicchiano
e svolazzano su nero-incrociati sentieri.
Oh, ombre piene di tristezza lungo i muri.
Le altre fuggono lungo le arcate al crepuscolo;
e di notte precipitano da rossi brividi
del vento stellare, come infuriate menadi.
Georg Trakl
e mi sento disperso nei refoli d'aria,
sospeso in un limbo voluto;
è da sempre così...da quando ricordo
le voci nei campi del fieno,
gli spruzzi e le grida...
o i timidi passi di danza
nei malinconici accenni di sorriso;
non amo quel giorno, lo temo
eppure mi annuncia le tappe
del mio girovago cuore...
Paesaggio al tramonto, 1885, V. Van Gogh |
CREPUSCOLO (a P., L., T.)
Non è momento che alba precede
è lento declivio e sfinisce
nei passi di chi percorre la via.
Non è quella dolcezza che lessi
in quei poeti miei che ho amato
ma goccia continua a svuotare esistenze.
Lo vedo, il crepuscolo, in occhi di altri
lo sento esaurire energie, risorse,
e io prima lo amavo, ora non so.
Guido, Sergio, Eugenio...voi...e ora?
Chi mi può ora spiegare il buio che incombe?
Vorrei chiederlo a Dio...
anonimo del XX°Secolo
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