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venerdì 25 novembre 2016

Tempo verrà, di Arturo Graf


Tempo verrà
 
O mia piccola reggia,
O caro nido degli amori miei,
Tu cui lambe il torrente e il bosco ombreggia, 
Beata un di della belta di lei;
 
Tempo verra che veda
Crescerti addosso una letal verzura,
E il tuo gracile tetto e le tue mura 
Date alla morte e alla ruina in preda.
 
Allor nelle deserte
Stanze dall’alto guarderan le stelle,
E mugolando i venti e le procelle 
Irromperan dalle finestre aperte.
 
E a mano a man sul molle
Strato delle fiorenti erbe cadrai,
E sulle pietre ond’or ti reggi e stai 
Esuberanti cresceran le zolle.
 
Allor su te da mane
A sera il rozzo ed avido bifolco
A trar verra l’interminabil solco, 
E a seminarvi stornellando il pane.
 
E imprechera se avvenga
Che alcuna pietra del mio dolce asilo
Al vomere crudel frangendo il filo 
Il passo al bue lavorator trattenga.
 
E da gran tempo i cuori
Che in te d’amore, di piacer, d’affanno
Palpitar, saran polve e non avranno
Le ignote fosse lor croci ne fiori.

 
Arturo Graf
 
 
verrà sì il tempo, domani,
verrà come lo si sa aspettare;
le vaghe visioni staglieranno
come vividi traguardi vicini...

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