Le Lucciole
Alle mie figlie
Alle mie figlie
Lucciolette che ronzate
Pei crepuscoli ideali,
Care stelle forviate
Da vostr’orbite immortali,
Forse ancor del ciel natìo
Affatìcavi il desio?
Io vi sciolgo l’ali al volo,
Lucciolette cattivelle;
Ite pur lambendo il suolo
Colle timide fiammelle,
Giàcche i cieli a voi contese
Legge improvvida e scortese.
Ai romiti casolari
Nel silenzio dei villaggi
Pei giardini solitari
Seminate i vostri raggi,
Fra le tenebre dei chiostri
Seminate i raggi vostri.
Pei tumulti delle feste
Melanconiche volate,
Sol palesi alle modeste
Ciglia, e all’alme addolorate,
Onde vengan esse poi
Meditando dietro a voi.
A chi stanco si risente
Della stolida allegria
Rischiarate santamente
L’annebbiata fantasia,
Perché al cor gli venga e al viso
D’altro oprar più maschio riso.
Lucciolette, anco un momento,
Ed il pugno che vi accoglie
Vi darà libere al vento.
Vinto han già le vostre doglie
Il ritroso animo mio.
Lucciolette addio, addio!…
Ippolito Nievo
le luci che in me scintillano
spesso sono solo tremolanti fiammelle,
balia dei venti e degli scrosci di pioggia;
sarà ma non serbo rancore al fato
neppure di fronte al pensiero cattivo
che ancora ogni tanto compare
e il reale si intreccia a fantastici irreali
dove tutto compare d'incanto...
la scena è già vista e mi siedo
al bordo del prato a guardarla passare...
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