Dall'immagine tesa
Dall'immagine tesa
vigilo l'istante
con imminenza di attesa -
e non aspetto nessuno:
nell'ombra accesa
spio il campanello
che impercettibile spande
un polline di suono -
e non aspetto nessuno:
fra quattro mura
stupefatte di spazio
più che un deserto
non aspetto nessuno:
ma deve venire,
verrà, se resisto
a sbocciare non visto,
verrà d'improvviso,
quando meno l'avverto:
verrà quasi perdono
di quanto fa morire,
verrà a farmi certo
del suo e mio tesoro,
verrà come ristoro
delle mie e sue pene,
verrà, forse già viene
il suo bisbiglio.
Clemente Rebora
cortecce impregnate di pioggia
si staccano e cadono a terra
in frammenti di legno e di muschio
ritrovo lucidità di pensiero;
ho camminato nel bosco bagnato,
il bavero alzato e l'umido nel fiato,
ho intravisto alcuni raggi di sole
ma il profilo del monte ora nasconde...
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